danzastorie a Porto Petraio
"danzastorie" a Porto Petraio
laboratorio di espressione e teatrodanza con Anna Perrotta
il martedì dalle 18 alle 20
la prima storia …un tempo il Petraio era abitato da pesci… un racconto, confidato a qualcuno all’orecchio in un momento d’intimità e di cielo terso… e raccolto da qualcun altro in un momento di gioia infantile e di occhi incantati …
partiremo così, con quelli che vogliono condividere gioia e occhi incantati, curiosità e proiezione nella bellezza, … quella nascosta, quella che devi andare a scovare dentro di te
“Un tempo il Petraio era abitato da pesci, sirene, coralli, ed una moltitudine di creature luminose, che di notte salivano a rubare i riflessi di luna sul pelo dell’acqua. Gli uomiini sedevano sul bordo del mare a guardare le onde, e questo bastava alle loro vite recenti. Erano creature dedite alla meraviglia. A volte i più coraggiosi si immergevano nel buio marino per partecipare alla festa dei pesci, e al loro ritorno raccontavano di strane esperienze, e di come laggiù il cuore s’ammorbidiva, “proprio come un cantuccio nel vinsanto” dicevano. Ma poi, a un certo punto, tutto cambiò. Nessuno, né queste mura sanno perché accadde che il mare decise lentamente di ritirarsi in più profonde dimore, lasciando la collina lastricata di conchiglie e ogni giorno più nuda. Ogni giorno il mare con tutte le sue creature scendeva verso le zone basse della città, e gli uomini, che a tanta bellezza non sapevano rinunciare, cominciarono a costruire scale, ogni giorno un gradino, sempre più giù, per raggiungere il mare in fuga. In molte parti del mondo dicono che gli uomini abbiano inventato le scale per salire verso il cielo, qui invece sono nate per scendere a mare. “Il mare è la prova che anche Dio sa commuoversi per la bellezza, il mare è la sua grande lacrima” dicevano. E forse Dio, o chi per lui, dovette per un istante davvero commuoversi, perché alla costruzione del 503esimo scalino il mare si fermò, e ancora oggi è lì dove potete tuttora ammirarlo, quell’immensa cucchiaiata di luce. Per questo il Petraio ha 503 scalini, e queste mura portano il nome Porto Petraio; perché i luoghi che hanno ricevuto la benedizione del mare non scordano mai il proprio nome. Porteranno per sempre in bocca il ricordo del sale, e sulle labbra una preghiera d’amore.”
(Sara 13 dicembre 2013)
Il laboratorio è incentrato su un lavoro di consapevolezza corporea e di riconoscimento/potenziamento delle proprie possibilità comunicative attraverso il movimento. Con un percorso movimento inconsapevole - movimento consapevole - movimento libero - movimento creativo si giunge alla creazione di libere forme espressive (ispirate da un’immagine, da un racconto, da un canto, da una suggestione ….) che si fondono con quelle degli altri e si armonizzano con lo spazio che ci circonda.
E in questo spazio di gioco si realizza la nostra presenza scenica che crea e comunica liberando l’immaginazione e il movimento che la rappresenta.
E’ rivolto a danzatori ma anche a chi non ha particolari esperienze di danza e vuole mettersi in gioco con disponibilità e apertura a nuove forme di comunicazione.
Tende a realizzare piccole azioni performative, anche con il coinvolgimento diretto del pubblico, che rendano visibili innanzitutto a se stessi i passi del percorso individuale e collettivo, ma vuol essere soprattutto un lavoro avulso da un prodotto finale in un’ottica di work in progress permanente.
«Quello che mi interessa non è tanto come si muove la gente ma le emozioni nascoste nei loro gesti» (Pina Bausch)
La sfida ambiziosa di questo progetto è anche questa…
a Porto Petraio (fermata Petraio della Funicolare Centrale di Napoli)
info e prenotazioni
anna@intrecciata.it - 3333544676www.portopetraio.com - www.intrecciata.it
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